
Le barene presentano un suolo pesante, asfittico, scarsamente permeabile, di composizione limo-argillosa, definito «suolo salso» per la elevata concentrazione di cloruri. Le piante che vivono in questo terreno, che offre condizioni severissime, hanno adottato differenti strategie per sopravvivere. Cresce così una vegetazione diversa da quella che possiamo trovare in un ambiente di prato o di bosco e, che per la sua caratteristica di vivere in suoli salati, è detta vegetazione «alofila» (alo e filo = che ama il sale).

La barena non si mostra completamente uniforme, ma in essa possiamo notare delle zone distinguibili per la diversità della vegetazione: la maggior o minor compattezza del terreno, il ristagno di acqua salata, ecc., danno caratteristiche al biotopo che favoriscono diversamente le specie vegetali.
Il limonio, ad esempio, è probabilmente la pianta di barena più conosciuta, per le dense e vistose fioriture tardo estive, l’artemisia, pianta aromatica utilizzata in passato come erba medicinale, salicornia perenne, simile alla salicornia veneta, assume però forma di grande cespuglio perenne, legnoso alla base, giunco marittimo, i suoi densi cespi, perenni, crescono nelle aree più elevate e compatte del terreno, dove l’effetto delle maree è meno intenso e infine sparto delle barene, piccola graminacea in grado di vivere con le radici immerse in acqua. Cresce lungo i margini più bassi, svolgendo un’importante azione di consolidamento.

limonio


artemisia
salicornia perenne

sparto delle barene



Anche la fauna come la flora gioca un ruolo importantissimo nella preservazione delle barene. Quest'ultime sono ambienti molto selettivi anche per gli uccelli acquatici. Molti nidificano in colonie per proteggersi meglio dai predatori, ma il vero pericolo sono le maree eccezionali, che possono distruggere intere nidiate.


La Pettegola è la specie più tipica, tra le molte che nidificano in barena, riconoscibile per la base del becco e le zampe rosso acceso che spiccano rispetto al piumaggio mimetico. Nidifica numerosa in primavera, nascondendo il nido nella vegetazione.
La popolazione lagunare è numero, tanto da essere una delle più importanti dell’intero bacino del Mediterraneo.

Il gabbiano reale è una specie stanziale, numerosissimo in Laguna, dove può nidificare in colonie molto popolose. Le grandi dimensioni e il becco robusto lo differenziano dalle altre specie di gabbiano presenti in Laguna. Molto adattabile, onnivoro, ha recentemente colonizzato il centro storico di Venezia.
Il cavaliere d’Italia ha un piumaggio particolarmente vistoso, che lo rende inconfondibile. Difende il suo nido con un verso d’allarme chiassoso e voli circolari. È una specie migratici che arriva dall’Africa nel mese di marzo e riparte a settembre.

La sterna comune infine è il più frequente tra le specie di sterne che nidificano in Laguna. Nidifica sui bordi delle barene, dove la vegetazione è assente o scarsa, e forma colonie numerose. Si può osservare tra aprile e settembre, soprattutto in volo sopra l’acqua, alla continua ricerca di piccoli pesci che cattura tuffandosi.
La laguna di Venezia è considerata la più importante zona umida d’Italia per l’avifauna acquatica.
Durante lo svernamento e le migrazioni, decine di migliaia di uccelli trovano alimento nei bassi fondali lagunari.

Gli aironi sono dotati di un collo lungo e di un becco robusto che consente loro di catturare prede di taglia considerevole.
Fra le specie che frequentano le barene per alimentarsi vi sono due specie caratterizzate dal piumaggio candido, ma distinguibili per le dimensioni e il colore del becco: la gazzetta e l’airone bianco maggiore.

I limicoli sono uccelli specializzati nel catturare piccoli animali che vivono nel fango.
Alcuni di loro hanno becchi lunghi con forme particolari, come il chiurlo maggiore che può catturare vermi e altri invertebrati nascosti in profondità.
altri, come la la pittoresca beccaccia di mare, sono dotati di becchi robusti capaci di aprire le conchiglie dei molluschi bivalvi.

In inverno alcune specie di piccoli limicoli, provenienti dall’estremo nord, si aggregano in stormi composti da decine di migliaia di individui.
È il caso del piovanello pancianera, che si nutre nel velme e durante le alte maree si aggrega in posatoi sulle porzioni di uomo più elevate.
Le acque lagunari, ricchissime di pesce, attirano anche uccelli in grado di nuotare abilmente e di catturare le loro prede sott’acqua.
È il caso degli svassi e dei cormorani, questi ultimi facilmente osservabili quando, dopo essersi bagnati durante le immersioni, tengono le ali aperte per asciugarsi.





Salicornia nel dettaglio.


Barene viste dall'alto.